Legge privacy 675 analisi dei rischi Internet e motori di ricerca, più tutele per gli utenti

 

 

 

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Internet e motori di ricerca, più tutele per gli utenti
Occorre garantire agli interessati il diritto di correggere i dati provenienti dalle pagine web

13/04/06

La notizia in breve

 

- il problema: la permanenza sul web di informazioni non aggiornate

 

- il caso: una cittadina italiana aveva verificato che, utilizzando il motore di ricerca Google, apparivano in prevalenza informazioni su un procedimento penale avviato nei suoi confronti per reati per i quali era stata assolta

 

- l'invito del Garante diretto a Google America di trovare soluzioni per risolvere il problema della presenza nei risultati dati dai motori di ricerca di dati non aggiornati

 

Le informazioni presenti nei motori di ricerca devono essere aggiornate.

Il diritto delle persone ad essere rappresentate su Internet con informazioni esatte deve essere sempre garantito in rete, anche fuori delle pagine web che per prime pubblicano i dati. In alcuni casi, il rischio è quello di arrecare seri danni agli interessati.

Il Garante per la privacy ha scritto al quartier generale di Google (Google Inc.), in California, invitando la società ad individuare possibili soluzioni per risolvere il problema della permanenza in rete di informazioni personali che restano consultabili e sono a volte predominanti nei risultati della ricerca, malgrado siano state corrette, perché superate o non più rispondenti alla realtà dei fatti, presso i "siti web sorgente" dai quali le pagine sono state estratte.

L'intervento del Garante è stato deciso dopo che una cittadina italiana aveva verificato che, utilizzando il motore di ricerca, apparivano in prevalenza informazioni su un procedimento penale avviato nei suoi confronti per reati per i quali era stata assolta. Malgrado alcuni siti web avessero aggiornato o rimosso le informazioni, le notizie sulla sua responsabilità penale prevalevano nei risultati delle ricerche in Internet. L'interessata aveva quindi chiesto a Google Italia di intervenire sulle numerose copie cache e sui diversi abstract formati da Google, che continuavano a dare un'immagine falsata della realtà rispetto a quella corretta presente nei siti web da dove il motore avevano "pescato" le notizie. Google Italia aveva rappresentato l'impossibilità di intervenire autonomamente sui server sui quali può operare solo la casa madre negli Usa. L'Autorità ha pertanto deciso di intervenire direttamente presso la casa madre, prendendo atto della disponibilità anticipata da Google Italia.

Il Garante ha chiesto, dunque, a Google America, per la quale nel caso esaminato non sono applicabili le norme europee, di impegnarsi comunque in una fattiva collaborazione affinché gli utenti italiani vengano tutelati e venga consentito loro un più facile aggiornamento delle informazioni presenti nel motore di ricerca. Per quanto il sistema adottato da Google già permetta ad un sito di eliminare collegamenti obsoleti e indirizzi web non più esistenti, esso non risulta ancora sufficientemente adeguato a garantire alle persone il cosiddetto "diritto all'oblio".

Google Inc. è stata anche invitata ad inserire nel sito www.google.it un'informativa più chiara che consenta agli utenti di comprendere che il titolare del trattamento è la società con sede negli Usa e illustri meglio e in dettaglio agli utenti le modalità attraverso le quali ottenere rapidamente la cancellazione o l'aggiornamento di pagine web modificate presso i "siti sorgente".

Il responsabile privacy di Google Europa ha già espresso la sua disponibilità ad un incontro presso il Garante che si svolgerà nei primi giorni di maggio.

dal comunicato stampa del Garante Privacy del 13 aprile 2006