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RODOTA': "IN EUROPA NORME DURE MA MOLTO AVANZATE" (articolo pubblicato su "Affari e Finanza", supplemento de "La Repubblica" del 10/12/02 a firma (M.d.A.)

Se si vivono le norme sulla tutela dei dati personali come un’autentica conquista civile, si perdonano quel tanto di burocrazia che portano nella nostra vita. Le regole vengono però spesso percepite a livello aziendale come costi. A queste tematiche, insieme ideali e concrete, è stata dedicata a Roma la conferenza "Privacy, da costo a risorsa Garanzie per i cittadini, opportunità per le imprese: le prospettive di sviluppo in un mercato privacy oriented".

La conferenza è stata organizzata dal Garante per la protezione dei dati personali e coordinata dal presidente Stefano Rodotà. Il consiglio che vigila sul diritto alla riservatezza è formato dallo stesso Rodotà, da Giuseppe Santaniello, Mauro Paissan e Gaetano Rasi. Al dibattito sono intervenuti rappresentanti del governo, del sindacato, dei consumatori e dei diritti civili provenienti dai cinque continenti, oltre a manager di società dell’It e di multinazionali.

Fra gli argomenti, la trasformazione della privacy da semplice costo a risorsa-valore, con la necessità di trovare il giusto equilibrio fra riservatezza e libero mercato, e il confronto fra due scuole di pensiero: quella europea più rispettosa e garantista, e quella statunitense ancora confusa nella messa a fuoco dei valori in gioco.

«Negli ultimi due anni, soprattutto a livello internazionale e nelle grandi aziende spiega Rodotà abbiamo con soddisfazione rilevato l’emergere di una tendenza a considerare il lavoro svolto per gestire con rigore i dati dei singoli come un valore da giocare sul terreno della giusta concorrenza, piuttosto che come una semplice seccatura. Un progressivo abbandono del concetto di sfruttamento indiscriminato (negli Usa, il 90% dei cittadini mette al primo posto come valore la privacy), che parte dalla consapevolezza che il nostro "corpo" elettronico non è meno importante di quello fisico». Aggiunge Rodotà: «Molte società impegnate nell’eCommerce attirano perché a fine transazione cancellano dai propri archivi gli elementi raccolti, impegnandosi a non schedare, né "perseguitare"».

A proposito di spamming, si sta finalmente facendo strada la filosofia dell’Opt in (occorre scegliere se essere contattati) piuttosto che quella dell’OptOut (ricevuta l’email è necessario scrivere chiedendo di venir cancellati), pena il boicottaggio di quei prodotti da parte di numerose associazioni di consumatori. «Tale salutare virata di comportamento valorizzata dalla direttiva 58/2002 dell’Unione Europea dice Rodotà corrisponde al nuovo rapporto di trasparenza e fiducia che si intende creare con i potenziali clienti.

Internet è anche un mercato globale senza frontiere ed il successo della nostra conferenza dimostra la validità della ricerca di accordo, di principio, dialettico e giuridico, fra il modello europeo e quello americano. D’altra parte, occorre anche contenere i costi, economici e di tempo, che l’essere subissati da messaggi indesiderati comporta. Una società realmente evoluta dimostra anche via web il proprio rispetto per le singole individualità».

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