Legge privacy 675 analisi dei rischi             Cartelle mediche, ricette e legge privacy

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Il Garante interviene: ricette e cartelle cliniche alla mercé di tutti

 

   --- I FATTI, L'ILLECITO, LA ASL, IL GARANTE ---

 

I FATTI

Nel dicembre del 2003, nel corso di una ispezione del nucleo ispettivo del Garante per la tutela dei dati personali, sono state trovate numerose ricette e cartelle cliniche leggibili nel cortile di una biblioteca comunale, liberamente accessibile al pubblico.

 

Il Garante, era venuto a conoscenza della presenza del materiale sanitario riservato da fonti di stampa, ed aveva disposto immediati accertamenti, durante i quali sono state trovate ricette di migliaia di cittadini, risalenti in prevalenza alla fine degli anni ’80, in cui sono ancora leggibili nomi, cognomi, prescrizioni, date di emissione. Le ricette giacevano incustodite all’aperto in una zona di passaggio al pubblico, dopo un incendio che il 23 dicembre scorso aveva interessato anche il prefabbricato in cui la Asl li conservava.

 

L'ILLECITO

I dati personali, in particolare quelli sensibili, devono essere custoditi in modo da ridurre al minimo i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito. La mancata adozione delle misure minime di sicurezza configura un illecito penale e può comportare l’ammenda da diecimila a cinquantamila euro o l’arresto sino a due anni.

 

LA ASL

La Asl sentita dagli ispettori del Garante sulla vicenda ha “giustificato” la permanenza della documentazione all’esterno con il ritardo nel reperimento di una ditta, a causa delle festività, dopo che la Croce rossa cui l’archivio “morto” era destinato, aveva fatto sapere che non era più interessata al recupero della carta perché inservibile.

 

IL GARANTE

Il Garante dovrà valutare se quanto accaduto costituisca un fatto imprevedibile, causato dall’incendio del magazzino in cui il materiale era raccolto, oppure riveli una carenza da parte dell’azienda sanitaria nell’adozione delle misure minime di sicurezza.

 

In considerazione della gravità dell’accaduto, il Garante ha deciso dunque di continuare gli accertamenti sulle misure minime di sicurezza che l’Azienda normalmente adotta nel trattamento dei dati e definirà al più presto il relativo procedimento.